...dell'estate! Anche se mi concederete spero una sincera sbuffatina per questo poco clemente clima degno di tisane e scalferotti. Ma in questa settimana di stallo ci troviamo esattamente in mezzo, tra un festival e l'Altro (la maiuscola per anzianità e notorietà ci sta tutta!). Tra gli svariati (e svarioni) stimoli offerti dal LongLakeFestival di Lugano e le Festival, la sessantaquattresima edizione del Festival del film di Locarno.
Da buona cinefila sono in fervente attesa per l'inizio delle danze tra metri di cellulosa arrovellata, stelle cadenti e tramezzini volanti, e ho lo sguardo colmo di aspettative proteso verso Locarno, come un bambino che attende di varcare il cancello terminata la scuola.
Ma ante-tempo, prima che si accendano gli schermi e vengano riversate parole su film, attori, cortometraggi, giurie e pubblico, mi sento di spezzare una lancia in favore del neo-nato LongLakeFestival.
Appendice introduttiva a estivaLugano, si è imposto con i suoi 171 eventi d'alta qualità (tutti gratuiti, anche per i brontonoli radini quindi!) e assolutamente originali, facendoci sentire per la prima volta un pochino vicini alle grandi capitali europee... Mi concederete la sviolinata, ma passeggiando in una serata di luglio per il parco Ciani tra chaise longue verde acido e bancarelle di libri usati, quando ad ogni 100 metri la musica che senti in lontananza lascia spazio a nuove note e le voci variano, si modulano e cambiano su ritmi diversi, c'era da esser fieri della nostra città. Che ha riportato in piazza la gente, e l'ha intrattenuta, divertita, conquistata.
41 giorni ininterrotti di cultura suddivisi in sei sezioni tematiche (anche se purtroppo grazie al vocabolario anglosassone perdono un po' della loro originalità): Art, International, Jazz, Street, Wawes e World.
L'Internazionalità l'abbiamo vissuta soprattutto in piazza Manzoni con i concerti dei Sud Sound System e Yael Naim per buttar lì due nomi, oltre alle svariate proposte di musica classica (Alexandre Markov, Christine Walevska, Carlo Grante, Wieland Kuijken). L'Art aveva un non so che delle nuits blanches ou des musées parisiennes dove con Open gallery si visitavano di sera le gallerie luganesi, ma dove ci si perdeva tra le macchine di Leonardo da Vinci al Macello (tornano a rivivere degnamente i luoghi). Per non parlare dell'esposizione a Villa Ciani su Wim Wenders (foto), e i fumetti di Hugo Pratt. La Street è stata soprattutto quella del Busker Festival, alla sua quarta edizione, un festival di strada di quelli seri, con mimi, marionette, concertini di nicchia e danze. E poi ancora il Jazz dell'Estival, le Wawes policulturali e multiages che dall'atelier per bambini passavano al cinema muto in piazza. Ma non dimentichiamo le nostre Parole (questa da buona insegnante di italiano mi rifiuto di scriverla in inglese!), con recital e incontri di scrittori nella cornice fiabesca e début de siècle del Parco Ciani, a due passi dalla biblioteca cantonale e dall'imponente e antico Liceo.
Un applauso meritato e appagato, con tanto di pacchetta sulle spalle e bravo al Dicastero Giovani e Eventi quindi, che per un estate, mentre il cielo sopra noi impazzivan, ha reso per lo meno la terra attrattiva.
sito del LongLakeFestival
E... aspettando Locarno... il sito pardato
Da buona cinefila sono in fervente attesa per l'inizio delle danze tra metri di cellulosa arrovellata, stelle cadenti e tramezzini volanti, e ho lo sguardo colmo di aspettative proteso verso Locarno, come un bambino che attende di varcare il cancello terminata la scuola.
Ma ante-tempo, prima che si accendano gli schermi e vengano riversate parole su film, attori, cortometraggi, giurie e pubblico, mi sento di spezzare una lancia in favore del neo-nato LongLakeFestival.
Appendice introduttiva a estivaLugano, si è imposto con i suoi 171 eventi d'alta qualità (tutti gratuiti, anche per i brontonoli radini quindi!) e assolutamente originali, facendoci sentire per la prima volta un pochino vicini alle grandi capitali europee... Mi concederete la sviolinata, ma passeggiando in una serata di luglio per il parco Ciani tra chaise longue verde acido e bancarelle di libri usati, quando ad ogni 100 metri la musica che senti in lontananza lascia spazio a nuove note e le voci variano, si modulano e cambiano su ritmi diversi, c'era da esser fieri della nostra città. Che ha riportato in piazza la gente, e l'ha intrattenuta, divertita, conquistata.
41 giorni ininterrotti di cultura suddivisi in sei sezioni tematiche (anche se purtroppo grazie al vocabolario anglosassone perdono un po' della loro originalità): Art, International, Jazz, Street, Wawes e World.
L'Internazionalità l'abbiamo vissuta soprattutto in piazza Manzoni con i concerti dei Sud Sound System e Yael Naim per buttar lì due nomi, oltre alle svariate proposte di musica classica (Alexandre Markov, Christine Walevska, Carlo Grante, Wieland Kuijken). L'Art aveva un non so che delle nuits blanches ou des musées parisiennes dove con Open gallery si visitavano di sera le gallerie luganesi, ma dove ci si perdeva tra le macchine di Leonardo da Vinci al Macello (tornano a rivivere degnamente i luoghi). Per non parlare dell'esposizione a Villa Ciani su Wim Wenders (foto), e i fumetti di Hugo Pratt. La Street è stata soprattutto quella del Busker Festival, alla sua quarta edizione, un festival di strada di quelli seri, con mimi, marionette, concertini di nicchia e danze. E poi ancora il Jazz dell'Estival, le Wawes policulturali e multiages che dall'atelier per bambini passavano al cinema muto in piazza. Ma non dimentichiamo le nostre Parole (questa da buona insegnante di italiano mi rifiuto di scriverla in inglese!), con recital e incontri di scrittori nella cornice fiabesca e début de siècle del Parco Ciani, a due passi dalla biblioteca cantonale e dall'imponente e antico Liceo.
Un applauso meritato e appagato, con tanto di pacchetta sulle spalle e bravo al Dicastero Giovani e Eventi quindi, che per un estate, mentre il cielo sopra noi impazzivan, ha reso per lo meno la terra attrattiva.
sito del LongLakeFestival
E... aspettando Locarno... il sito pardato