(parte seconda)
Terri è un adolescente che si occupa molto di uno zio malato di alzheimer e poco di sé stesso. Lo penso e sorrido e avrei voglia di abbracciare quel goffo ragazzotto che va a scuola in pigiama - perché è più comodo - che non si arrabbia mai se non quando lo si ferisce nei sentimenti, escluso e cosciente della sua diversità in maniera così matura che fa al contempo 'poco cinema' e 'così cinema'.
La pellicola in concorso è, per l'appunto, Terri, del neworkese Azael Jacobs (timido e impacciato di fronte alla sala quanto il protagonista del suo film).
Il regista, che con umanità e compassione ci porta in questo Bildungsroman californiano, ha già fatto parlare di sé: allo Slamdance Festival - Kirk and Kerry (1997), Miglior cortometraggio drammatico - e al Sundance - Momma's Man (2008, in co-direzione con Gerardo Naranjo), selezionato al Film Festival.
Il film in concorso internazionale, ispirato ad una novella di Patrick deWit, è riuscito e toccante per la bravura del regista, che muove con estrema serietà e verità i personaggi di un liceo di provincia in maniera naturale, mai patetica, e poco scontata. Sorniona ironia sta attaccata al protagonista - Jacob Wysocki - quasi infilata in un taschino del suo pigiamone a strisce (sempre pulito, diverso ogni giorno).
Terri è cosciente di essere un outsider nel suo liceo, per questo si stupisce quando il direttore Mr. Fitgerald (John C. Reilly) conosce addirittura il suo nome. Quanto muove il direttore è un impeto quasi umanitario di aiuto verso i ragazzini in difficoltà.
Non aspettatevi però un bigotto e stereotipato capo-scout, anzi! Mr. Fitzgerald, ex-diverso pure lui, è pieno di tutti gli umani difetti, fa errori, dice bugie e chiede gli occhi su piccole ingiustizie perché, in fondo, noi tutti cerchiamo sempre di fare il nostro meglio, anche se spesso non ci riusciamo e facciamo errori.
Il protagonista farà la conoscenza, in occasione delle sedute settimanali homemade presso il direttore-psicologo, con il ribellissimo insicuro Chad (Bridger Zadina) e con la bella del liceo, la bionda, sexy e a rischio di esplusione Heather (Olivia Crocicchia), e grazie a loro inizierà a esplorare un nuovo mondo.
Questo amo del cinema: quando esci dalla sala di proiezione ri-entri nella vita. Ma senza che ne sia immediatamente consapevole, un pezzettino di film ti si è appiccicato addosso e te lo porti appresso per un po'. Poi lo ritrovi e ti piace tornare lì, in quello spazio privato fatto di storie e immagini.
E ne vuoi ancora.
Terri è un adolescente che si occupa molto di uno zio malato di alzheimer e poco di sé stesso. Lo penso e sorrido e avrei voglia di abbracciare quel goffo ragazzotto che va a scuola in pigiama - perché è più comodo - che non si arrabbia mai se non quando lo si ferisce nei sentimenti, escluso e cosciente della sua diversità in maniera così matura che fa al contempo 'poco cinema' e 'così cinema'.
La pellicola in concorso è, per l'appunto, Terri, del neworkese Azael Jacobs (timido e impacciato di fronte alla sala quanto il protagonista del suo film).
Il regista, che con umanità e compassione ci porta in questo Bildungsroman californiano, ha già fatto parlare di sé: allo Slamdance Festival - Kirk and Kerry (1997), Miglior cortometraggio drammatico - e al Sundance - Momma's Man (2008, in co-direzione con Gerardo Naranjo), selezionato al Film Festival.
Il film in concorso internazionale, ispirato ad una novella di Patrick deWit, è riuscito e toccante per la bravura del regista, che muove con estrema serietà e verità i personaggi di un liceo di provincia in maniera naturale, mai patetica, e poco scontata. Sorniona ironia sta attaccata al protagonista - Jacob Wysocki - quasi infilata in un taschino del suo pigiamone a strisce (sempre pulito, diverso ogni giorno).
Terri è cosciente di essere un outsider nel suo liceo, per questo si stupisce quando il direttore Mr. Fitgerald (John C. Reilly) conosce addirittura il suo nome. Quanto muove il direttore è un impeto quasi umanitario di aiuto verso i ragazzini in difficoltà.
Non aspettatevi però un bigotto e stereotipato capo-scout, anzi! Mr. Fitzgerald, ex-diverso pure lui, è pieno di tutti gli umani difetti, fa errori, dice bugie e chiede gli occhi su piccole ingiustizie perché, in fondo, noi tutti cerchiamo sempre di fare il nostro meglio, anche se spesso non ci riusciamo e facciamo errori.
Il protagonista farà la conoscenza, in occasione delle sedute settimanali homemade presso il direttore-psicologo, con il ribellissimo insicuro Chad (Bridger Zadina) e con la bella del liceo, la bionda, sexy e a rischio di esplusione Heather (Olivia Crocicchia), e grazie a loro inizierà a esplorare un nuovo mondo.
Questo amo del cinema: quando esci dalla sala di proiezione ri-entri nella vita. Ma senza che ne sia immediatamente consapevole, un pezzettino di film ti si è appiccicato addosso e te lo porti appresso per un po'. Poi lo ritrovi e ti piace tornare lì, in quello spazio privato fatto di storie e immagini.
E ne vuoi ancora.