venerdì 27 aprile 2012

la menta sul pavimento

« Signor Presidente, quale sarà il futuro dei nostri bambini »? Andreotti non risponde, piega la testa e rimane immobilizzato in un ghigno per quasi un minuto, finché la conduttrice televisiva, dopo averlo più volte interpellato, lancia bruscamente la pubblicità. Questa scena ha colpito Elisabetta Terlizzi e Francesco Manenti: cosa sarà passato per la mente dell’anziano uomo politico? La domanda diventa inaffrontabile per chi si occupa da troppo tempo ‘ delle cose dei grandi ’? Quali immagini, quali sensazioni avranno immobilizzato il suo corpo? I due artisti di Progetto Brockenhaus, decidono di rispondere al quesito posto ad Andreotti con lo spettacolo La menta sul pavimento.
«Non si tratta di una risposta realistica, ma di un pretesto» – ci racconta Elisabetta, attrice drammaturga e regista insieme a Francesco. « La (non) risposta di Andreotti ci ha scioccato, ispirato e ci ha poi indotti a cercare nella sua mente».

Nasce così questo spettacolo del 2009, rappresentato per la prima volta in Svizzera questa sera, venerdì e domani, sabato, alle 21 al CambusaTeatro di Locarno. I due artisti ci accompagnano attraverso un viaggio surreale in uno spazio pressoché onirico, la materia grigia di Andreotti – menta sul pavimento – rappresentata in scena come una vecchia sala di conferenze: un tavolo e un vecchio cencio che fa da schermo. In questo scenario polveroso due marionette dal cuore umano ci raccontano la propria storia, con una piccola cassa da morto, dalla quale uscirà tutta la loro vitale visione, e quel «fardello che tutti ci portiamo appresso di vita e di morte».


La menta sul pavimento è un gioco di parole: una donna che si la-menta, e al contempo la freschezza rigenerante della menta, come i bambini. «Un ossimoro per portare in scena un gioco che da piccolo e superficiale si fa drammatico». Teatro, danza, video, pittura e fotografia si contaminano in un ensemble estetico che ci restituisce la poetica visione di Progetto Brockenhaus. «Noi non pensiamo mai a quali codici utilizzare ma usiamo tutto, al momento opportuno». Perché vedere questo spettacolo? Per la regista Terlizzi « perché tocca temi importanti, come quello del futuro dei bambini, perché è divertente poesia, perché il disegno luci di Mara Cugusi lo ha reso magia ».

giovedì 5 aprile 2012

poesia rap


da 'La Regione' del 5.4.2011

Le parole suonano una dietro l’altra e vanno diritte al cuore, là dove si annidano le emozioni. La musica pulsa, il ritmo rimbalza, le rime fanno eco ai battiti, in un rap dove non mancano incursioni liriche. Andee (Andrea Spinedi) cattura semplicemente le immagini che lo circondano e le traduce in poesia nell’album Metafora , in uscita il 9 aprile nei negozi di dischi. Il poeta rap però non si occupa solo delle parole, che sceglie e pesa con estrema cura: « So che emozione voglio dare e comincio a creare la base musicale. Quando questa è una bozza, scrivo, e poi comincio a cucire » ci spiega.
L’album, prodotto dalla neonata casa Monsterstune, mixato da Marco Zangirolami (tecnico e musicista che collabora con Fabri Fibra, Dargen D’Amico, Two Fingerz) al Noize Studio di Milano e masterizzato in uno degli studi più importanti d’Italia, il Massive Art, è frutto di un anno di lavoro tra concepimento, scrittura e registrazione. Un viaggio che l’artista ticinese ha compiuto in collaborazione con quattro altri musicisti, Lu, Ene, NayG e Bri dei Neim, per raggiungere un sogno che non ce la faceva più a stare in un cassetto « insieme ai calzini ».


« Nonostante la vita ti riservi esperienze dolorose non devi mollare mai e cercare di realizzare i tuoi sogni perché solo così puoi vivere serenamente », continua Andee parlandoci di Metafora.



Tutti i brani dell’album sono immagini, metafore per spiegare la necessità di vivere quella vita che abbiamo sempre sognato, senza accontentarci di un surrogato. Ce lo racconta un musicista che sin da piccolo ha dovuto fare i conti con la sindrome di Marfan, una malattia genetica che gli ha causato alcune limitazioni ma, come ci racconta, « non ha spento la mia voglia di realizzare un sogno ». Nella sua musica questo aspetto è presente sin dalle prime note, ma viene sempre proposto come trampolino di lancio verso l’autorealizzazione. Andrea lavora come web-designer e per realizzare questo disco ha passato le notti in studio di registrazione. Non si è mai fermato, e gli chiediamo se, secondo lui, questo sia legato al suo problema: «È una domanda che mi sono posto spesso. Sì, ci vuole una spinta. C’è chi comincia a scrivere perché la ragazza l’ha lasciato o perché ha avuto un incidente. E c’è chi scrive perché ha paura di non potersi esprimere totalmente. Quello che io ho vissuto, e che sto vivendo, mi ha fatto capire che non posso fermarmi. Non posso restare lì a guardare senza che la gente possa sentire quello che ho da dire. Ma credo anche che questo impulso non lo insegni nessuno, o ce l’hai o non ce l’hai ».
Metafora è anche il titolo del singolo che ha lanciato il disco, e si può scaricare dalla pagina di Andee facebook.com/andeemetafora. « È il pezzo che più mi rappresenta. Parla di sogni, da mai buttare via, di amore, l’importanza di avere accanto una persona che non perda mai l’entusiasmo di fantasticare, e della necessità che ha il mio cuore di trasmettere qualcosa, anche se finisce di battere. Questa è l’essenza. Parlo di una maglietta che non oso indossare per paura che lavandola il cuore stampato si cancelli, è esattamente questo ».
Nell’album c’è anche la voglia di una vita piena al di là dell’oceano, a New York , la continua ricerca di nuovi ideali da raggiungere ( Foolish ), il rapporto con un padre ( The Heart ), la paura di un amore in crisi ( In mutande ), il mondo del lavoro che ci inghiotte ( La fatina dei denti eMa però ), la malinconia che si prova alla fine dell’ Estate .
E in tutti i brani, tra entusiasmo, poesia e ironia, traspare sempre quella voglia del poeta di « ballare sul sole, mentre il mondo va a letto ».