Un
Racconto d'inverno per
narrare della follia amorosa, di donne e uomini e di potere. Tutto
questo con la potenza di una tragicommedia esilarante. L'opera di
Shakespeare, scritta nel 1611 a cinque anni dalla sua morte, ispirata
all'Otello ma con l'
happy and che tutti avremmo sognato per Giulietta e Romeo,
è in scena al Cittadella di Lugano dal 7 febbraio a questa sera.
Prodotto da Teatridithalia, con la regia di Ferdinando Bruni e Elio
De Capitani registi-attori del Teatro dell'Elfo di Milano, Racconto
d'inverno è una splendida opera
sull'amore, giocata da attori di grande talento. La pièce, la meno
rappresentata in Italia tra le opere di Shakespeare, snocciola in due
atti dal ritmo incalzante una lunga serie di verità incastonate tra
quelle splendide metafore e jeux de mots
che solo la delicata genialità di Shakespeare sa offrire. Il
Racconto è quello di
Leonte, re di Sicilia, che viene accecato dalla gelosia nei confronti
di sua moglie, la bella e virtuosa Ermione, e del suo migliore amico,
il fido Polissene re di Boemia. La gelosia è immotivata, ma Leonte
ci trascina con sé nei meandri della sua follia paranoica. Una prima
parte tragica quindi, che vede la sparizione via via di diversi
personaggi e l'isolamento progressivo del re, che pentito rimane solo
con Paulina, amica della moglie persa. Ma chiude l'atto la speranza
della vita che continua, in una splendida immagine con la neve di
Boemia contro il mare mosso, e la principessa Perdita, la neonata di
Ermione ripudiata da Leonte, salvata. Accanto alla perdita di
razionalità maschile però, si fa largo una forza e lucidità
femminile, rivoluzionaria per i tempi in cui la pièce fu scritta.
Shakespeare, sapiente maestro delle passioni umane, confuta i
pregiudizi misogini dell'epoca dotando le sue protagoniste di
solidità e coraggio. Facendo questo orna le sue principesse di
quell'arguzia, ironia e sfrontatezze di cui solitamente vestivano le
sue popolane. Il secondo atto dello spettacolo, più comico, si
svolge in Boemia, luogo esotico non ben precisato dove i toni cupi
della prima parte lasciano spazio a colori, dialetti, feste e farse.
Dove il tempo, anche se sappiamo che sono passati 16 anni, non è più
definito, dove accanto al re c'è un venditore ambulante, dove un
principe (Florizel, figlio di Polissene), si innamora della
bellissima figlia di una trattora
(quella Perdita ritrovata) ed è pronto a rinunciare al suo lignaggio
per il amore.
In
Racconto d'inverno ci
sono tutti gli ingredienti per un grande spettacolo, dalla bravura
degli attori, sopra tutti il Leonte di Ferdinando Bruni, alla
coraggiosa messa in scena con elementi ogni epoca e luogo, in un
testo estremamente moderno.
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